Cos’è un Dandy? È un misto di flemma, dissimulazione, mistificazione, stoicismo, originalità, ardore nascosto, gusto della contrarietà, amarezza superiore, culto di sé, dilettantismo sopraffino, e qualità simili, tutte nel segno dell’Unicità, condannata a estinguersi. L’Individuo contro l’Uomo Massa, insomma. Il Dandy è colui che aspira a essere Sublime sempre. A vivere ed a dormire con uno specchio davanti. È stato l’ozio non l’operosità a farmi crescere. Ha sempre apportato grande beneficio alla mia sensibilità, alla mia meditazione, e alla mia capacità di essere Dandy e dilettante. Gli altri letterati sono per lo più dei poveri sgobboni ignorantissimi. Quanto viltà c’è in una funzione pubblica qualsiasi! Un qualunque pubblico ufficiale, un ministro, un direttore di teatro o di giornale, possono essere anche degli individui degni di stima, ma Divini non lo sono e non lo saranno mai. Sono persone senza personalità, individui senza originalità, fatti per i doveri d’ufficio, e cioè per servire il pubblico. Un Dandy non fa nulla. Ve l’immaginate un Dandy che parla al popolo se non per scherno? Essere un Grand’Uomo per tutti ed un Santo per sè, la sola cosa che importi. Cos’è l’amore? È il bisogno di uscir di sé. L’uomo è un animale adorante. Adorare significa sacrificare e prostituirsi. Sicchè ogni amore è prostituzione. Direi gusto della prostituzione. E non c’è nobile piacere che non possa essere riferito alla prostituzione. Invincibile è il gusto di prostituirsi nel cuore dell’uomo. Il terrore della solitudine lo attanaglia. Vuole essere due. Il Dandy vuole essere uno. Gloria è restare uno e prostituirsi a modo proprio
(Charles Baudelaire, Diari intimi)
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