Io sono bella, mortali, come un sogno di pietra,
e il mio seno, che ciascuno a turno ha squassato,
è fatto per ispirare al poeta un amore
muto ed eterno come la materia.
Troneggio nell'azzurro come una sfinge incompresa;
unisco il cuore di neve al candore del cigno;
odio il movimento che scompone le linee,
e mai piango e mai rido.
I poeti, davanti ai miei grandi atteggiamenti,
come se avessi l'aria di volermi ispirare ai più fieri monumenti,
consumeranno i loro giorni in studi austeri.
Perchè io, per affascinare questi docili amanti,
ho puri specchi che fanno ogni cosa più bella:
i miei occhi, i miei grandi occhi di eterni bagliori.
(Charles Baudelaire, I fiori del male, XVII - La Bellezza)
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